La meditazione è dura. Esige la più alta forma di disciplina – non conformismo, non imitazione, non obbedienza, ma una disciplina che passa dentro la costante consapevolezza delle cose fuori di te e delle cose dentro di te. Così la meditazione non è l’attività dell’isolamento, ma l’azione nella vita quotidiana che esige cooperazione, sensibilità e intelligenza. Una vita retta non è l’obbedienza alla morale sociale, ma la libertà dall’invidia, dalla cupidigia e dalla ricerca del potere, che generano l’inimicizia. La libertà da questi mali non passa attraverso l’attività della volontà, ma attraverso la consapevolezza che di essi, si acquista mediante l’autoconoscenza. Senza conoscere le attività del sé la meditazione diventa esaltazione dei sensi e perde ogni significato.
Krishnamurti.