Ieri sono andato a teatro con mio figlio. Un’attrice recitava alcuni brani tratti da testi di Primo Levi. Pezzi di racconti e interviste. In alcuni momenti una voce fuori campo, come se venisse dal cielo, raccontava istantanee di vita nel lager. L’attrice, con pochi oggetti e giochi di luci, rievocava l’ambiente e le atmosfere vissute da Primo Levi. In certi racconti c’era anche allegria.
In un monologo l’attrice riporta parole di Primo Levi dove dice che lui si è limitato a fotografare quello che aveva vissuto e visto, che era stato spinto dai fatti, e non aveva fatto altro che descriverli, e lo ha fatto con la potenza che tutti sappiamo. La macchina fotografica che ha usato Primo Levi ce l’abbiamo tutti. Seduti qui, sviluppiamo la capacità di vedere non solo le esperienze che viviamo, ma anche la possibilità di vedere attraverso le esperienze. importante ciò che ne facciamo delle esperienze in cui fluiamo continuamente. Alleniamoci a spostarci dalla tendenza ad accumulare conoscenza al movimento di imparare ad imparare, ad essere il movimento del vedere.
Alla domanda di un monaco: “Dimmi come posso vedere la natura del Buddha?” Ta-chu rspose: “Il vedere stesso è la natura del Buddha”.
Mario Nanmon Fatibene